L’uomo sul ghiaccio, l’isolamento secondo i Molochora
Prendi un po’ di pop e un po’ di elettronica, fondili tra di loro e otterrai L’uomo sul ghiaccio, album dei Molochora, che fin dalla prima nota testimonia la sua assoluta diversità da altri album del panorama musicare italiano che siamo abituati ad ascoltare.
L’uomo sul ghiaccio è un album che si può definire un’opera d’arte per via della continua attenzione della band ad ogni minimo particolare di ogni traccia e soprattutto per via della loro disposizione all’interno dell’album. Infatti quasi a separare i diversi momenti dell’album, le varie tracce sono divise da due intermezzi di varia lunghezza. È una storia raccontata in musica dell’isolamento dell’uomo nel decadimento e nella distrazione della società contemporanea, in un’atmosfera fredda e glaciale che cristallizza il mondo come un qualcosa di extraspaziale ed extratemporale. L’album composto da 7 brani alterna momenti in cui si sussurra la condizione del protagonista dell’album e momenti in cui si vuole invece gridare a gran voce, in un alternarsi di suoni alti e di suoni bassi che vogliono trasporre in musica il conflitto interiore dell’uomo che non vuole integrarsi nella società perché non riesce a vederla simile a lui e che come soluzione si rifugia in un isolamento quasi perenne.
L’uomo sul ghiaccio è dunque un album con del potenziale, che si caratterizza per le sue sonorità di gran lunga diverse dalle altre e non è assolutamente da sottovalutare.